Arte & cultura

La principale architettura religiosa del borgo è la Basilica di Santa Margherita e santuario di Nostra Signora della Rosa. La costruzione, in stile barocco, fu iniziata nel 1658 sui resti di un edificio del XIII secolo; il campanile di destra è del 1750 e alla stessa epoca risale la facciata, mentre il campanile sul lato sinistro è del 1927. Secondo un’antica leggenda, nel corso dei lavori occorsi nel 1672, fu rinvenuta sotto l’altare maggiore una grande vasca piena di acqua profumata di rose, attualmente murata e posta sotto il pavimento marmoreo del presbiterio. Gli abitanti attribuirono ad essa poteri taumaturgici, in particolare guarigioni di bambini. 

Alla Chiesa di San Giacomo di Corte è collegato invece il vivissimo culto verso Nostra Signora della Lettera, una statua in legno che, racconta la leggenda, fu rinvenuta da alcuni pescatori il 20 giugno 1783. Giunti sulla spiaggia, alcuni bambini scoprirono la statua, nascosta dai marinai, richiamando l’attenzione degli abitanti che convinsero i pescatori a donare la scultura alla locale chiesa. In seguitò si scoprì che si trattava di una copia dell’immagine venerata nel maggiore santuario di Messina, posta sul frontone della dogana messinese. Questa statua  cadde in mare a seguito di un forte terremoto che colpì l’Italia meridionale nel 1783, e le correnti marine trasportarono la scultura al largo della Liguria. 

Una menzione a sé merita l’Oratorio della Madonna del Suffragio, dove è presente un organo del 1686, considerato il più antico della Liguria.  

Un grande tesoro artistico è racchiuso anche nella Chiesa di San Lorenzo, nell’omonima frazione: tra le opere pittoriche e scultoree conservate svetta infatti il trittico “fiammingo” di sant’Andrea (nella terza cappella della navata sinistra). L’opera raffigura al centro il Martirio di sant’Andrea e, negli sportelli laterali, Le nozze di Cana e la Risurrezione di Lazzaro. L’opera venne commissionata dal mercante Andrea della Costa nel 1499 nella città di Bruges, nelle Fiandre, e forse fu realizzata da un autore vicino alla tecnica pittorica di Hans Memling.

La principale architettura religiosa del borgo è la Basilica di Santa Margherita e santuario di Nostra Signora della Rosa. La costruzione, in stile barocco, fu iniziata nel 1658 sui resti di un edificio del XIII secolo; il campanile di destra è del 1750 e alla stessa epoca risale la facciata, mentre il campanile sul lato sinistro è del 1927. Secondo un’antica leggenda, nel corso dei lavori occorsi nel 1672, fu rinvenuta sotto l’altare maggiore una grande vasca piena di acqua profumata di rose, attualmente murata e posta sotto il pavimento marmoreo del presbiterio. Gli abitanti attribuirono ad essa poteri taumaturgici, in particolare guarigioni di bambini. 

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La Cervara 

Uno dei maggiori vanti di Santa Margherita è l’Abbazia della Cervara, ex complesso monastico situato sulla strada per Portofino. Edificato nel 1361,ospitò i monaci benedettini che la acquisirono nel 1420, inaugurando per la struttura un periodo politicamente florido durante il quale incorporò anche l’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte. La Cervara è considerata emblema della diffusione della cultura fiamminga in Italia, titolo dovuto alla presenza nel convento del Polittico di sette pannelli Gerard David, oggi divisi e conservati presso la Galleria di Palazzo Bianco di Genova, il Metropolitan Museum of Art di New York e il Louvre di Parigi. Il monastero fu eletto ad abbazia nel 1546, quando le scorrerie dei pirati saraceni indussero nuove opere di fortificazione, tra cui la torre campanaria. In seguito alla soppressione degli ordini religiosi nel 1798-1799 imposta dalla Repubblica Ligure al tempo di Napoleone, il complesso venne abbandonato e adibito a casa colonica. Nel 1804 monaci trappisti venuti dalla Francia acquisirono il complesso aprendo temporaneamente una scuola, esperienza chiusa nel 1811. Entrato nella disponibilità dell’Arcidiocesi, fu acquistato dal marchese Giacomo Filippo Durazzo nel 1868 e ceduto nel 1871 ai padri Somaschi. Dal 1901 al 1937 fu affidato ai certosini francesi, prima di diventare definitivamente proprietà privata aperta al pubblico in occasione di spettacoli, concerti e visite guidate. Nel 1912 la Cervara è stata dichiarata “monumento nazionale italiano” e fa parte della rete dei Grandi Giardini Italiani, dell’Associazione delle Dimore Storiche Italiane e dell’associazione Ligurian Gardens. E a proposito di giardini: quello che nei secoli precedenti fu l’orto dei monaci benedettini, è oggi l’unico giardino monumentale all’italiana in Liguria.

La Cervara 

Uno dei maggiori vanti di Santa Margherita è l’Abbazia della Cervara, ex complesso monastico situato sulla strada per Portofino. Edificato nel 1361,ospitò i monaci benedettini che la acquisirono nel 1420, inaugurando per la struttura un periodo politicamente florido durante il quale incorporò anche l’Abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte. La Cervara è considerata emblema della diffusione della cultura fiamminga in Italia, titolo dovuto alla presenza nel convento del Polittico di sette pannelli Gerard David, oggi divisi e conservati presso la Galleria di Palazzo Bianco di Genova, il Metropolitan Museum of Art di New York e il Louvre di Parigi.

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Villa Durazzo-Centurione e il Museo Sbarbaro 

Per raccontare Villa Durazzo prendiamo le mosse da uno dei fatti più recenti della sua plurisecolare storia: il 10 settembre 1976, in occasione di un convegno genovese su San Tommaso d’Aquino, un cardinale polacco si innamorò a tal punto del panorama che si apriva – e si apre ancora oggi  – dal Piano Nobile, da rimanere in contemplazione  almeno 15 minuti. Così raccontano le cronache dell’epoca. Quel cardinale rispondeva al nome di Karol Wojtila, colui che solo due anni dopo sarà proclamato Papa: Papa Giovanni Paolo II. La sua visita viene ancora oggi rievocata con grande emozione e ricordata da una targa posta in prossimità del balcone da cui si affacciò. Volgendo lo sguardo all’interno della Villa, il visitatore si trova immerso in un gioiello architettonico edificato nel 1678 come residenza estiva dalla famiglia Durazzo, poi ceduta ai principi Centurione. Nel XIX secolo il grande giardino – gemellato dal 1998 con i celebri Giardini botanici Hanbury di Ventimiglia – venne ingentilito con fontane e marmi di gusto neoclassico. Nel 1892, in occasione delle celebrazioni colombiane, la villa fu temporaneamente trasformata in Grand Hotel, ospitando personalità dell’aristocrazia internazionali, tra cui la regina Margherita di Savoia. Nel 1919 la proprietà fu acquisita da Alfredo Chierichetti, a cui si deve la definitiva sistemazione del Parco, arricchito da piante esotiche, sentieri acciottolati, statue e fioriere. I suoi eredi rivendettero il complesso al Comune di Santa Margherita, nel 1973. Gli appartamenti del “Piano Nobile”, dove insiste il Grande Salone degli Stucchi, sono aperti al pubblico e possono essere visitati durante tutto l’anno. La Villa ospita anche la ricostruzione dello studio di V.G. Rossi, giornalista ed inviato speciale del Corriere della Sera, noto scrittore di viaggi e di mare. Nell’adiacente Villa San Giacomo, sopra la “Coffe House”, è stato recentemente inaugurato un museo dedicato al poeta Camillo Sbarbaro, nativo di Santa Margherita Ligure: un’antologia” dell’opera di Camillo Sbarbaro in chiave multimediale con un erbario dedicato ai licheni del poeta. Sempre nel complesso di Villa Durazzo, a Villa Nido, è presente anche una Biblioteca Comunale , intitolata a “Italo Bertoni”, sede della Presidenza del Civico Museo del Mare.

Villa Durazzo-Centurione e il Museo Sbarbaro 

Per raccontare Villa Durazzo prendiamo le mosse da uno dei fatti più recenti della sua plurisecolare storia: il 10 settembre 1976, in occasione di un convegno genovese su San Tommaso d’Aquino, un cardinale polacco si innamorò a tal punto del panorama che si apriva – e si apre ancora oggi  – dal Piano Nobile, da rimanere in contemplazione  almeno 15 minuti. Così raccontano le cronache dell’epoca. Quel cardinale rispondeva al nome di Karol Wojtila, colui che solo due anni dopo sarà proclamato Papa: Papa Giovanni Paolo II. La sua visita viene ancora oggi rievocata con grande emozione e ricordata da una targa posta in prossimità del balcone da cui si affacciò.

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Il castello cinquecentesco  

E’ una delle icone del borgo, fra le più immortalate: parliamo del “castello cinquecentesco”,  edificio difensivo eretto dalla Repubblica di Genova in funzione anti-saracena – “gemello” del Castello di Rapallo – oggi sede del Museo del Mare e, in particolare, delle sue installazioni multimediali. Dal terrazzo sovrastante si gode uno dei più suggestivi affacci panoramici della città. La scogliera sottostante è teatro di una leggenda, quella di Letterina, alimentata dalla presenza di uno scoglio dalla forma vagamente umana. Si racconta che questa fanciulla voleva dedicare la sua vita a Nostra Signora della Lettera. Una sera, insidiata da un armigero, preferì morire che cedere alla cupidigia del soldato. “Ogni notte di luna piena una fanciulla (…) entra, attraverso la porta chiusa, nella chiesa di S.Giacomo e lucida la lampada votiva davanti all’effige di Nostra Signora della Lettera”.* 

*Simonetta Valenziano, I misteri della Liguria, 2002, De Ferrari

Il Parco del Flauto Magico 

In Viale Rainusso, a poche centinaia di metri dal Mare, la città ospita un piccolo gioiello d’autore: l’unico parco giochi concepito e disegnato dal grande scenografo e illustratore Emanuele Luzzati. Il tema prescelto per dare un volto a questo lembo di città inserito in un grande polmone verde è “Il Flauto Magico”, il Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1791 su libretto di Emanuel Schikaneder, basato sulle vicende di Papageno, Tamino e Pamina. Il Parco si sviluppa su due livelli e accompagna il visitatore alla scoperta dell’estetica di Luzzati in un percorso sinuoso che si snoda fra coloratissimi giochi e curiose statue che richiamano, con la loro sola espressività, la natura esoterica della storia.

Il Museo del Mare e la Sala Meistri e Mesté  

Il Museo del Mare di Santa Margherita si ispira a un concetto nuovo di museo: non è stato allestito al chiuso ma è a cielo aperto, itinerante, diffuso, coincidente con una città che è già di per sé un museo marinaro. Il museo si articola in 27 postazioni fra monumenti, statue, parchi, civici musei, chiese, affreschi, cimeli: un vero viaggio nel tempo, nella stratificazione della memoria locale, che permette di capire il legame indissolubile fra il borgo e il suo mare. Fra queste postazioni spicca la  Sala espositiva Meistri e Mestè, dove è presente anche una quadreria a carattere marinaro. 

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Trattato di Rapallo 

Non tutti sanno che il trattato di Rapallo che, il 16 aprile 1922, sancì la pace separata tra RSFS russa e Germania e la fine, anche a livello diplomatico, della prima guerra mondiale, fu firmato a… Santa Margherita Ligure. Sede degli incontri fu infatti l’Imperiale Palace Hotel, che allora si trovava allora nel territorio rapallese. Il 10 agosto 1928,  quando il confine tra i due comuni venne modificato, l’Imperiale entrò a far parte del territorio sammargheritese. 

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