C’è un modo di raccontare la scienza che la rende estremamente fruibile, piacevole e godibile anche a un pubblico di non esperti, oltre che estremamente affascinante. È un modo attraverso il quale concetti e storie apparentemente complesse diventano splendidamente interessanti, quando ci sono di mezzo persone capaci d’incantare con le parole.
Succede in tanti campi, dai libri, ai festival, al teatro e alla televisione e, tra le principali voci in questo senso, ecco Gabriella Greison (nella foto in alto di Marina Alessi): laureata in Fisica Nucleare presso l’Università Statale di Milano, ha fondato il primo Festival della Fisica in Italia e ha sempre dato un enorme contributo alla divulgazione della sua materia, attraverso collaborazioni con le principali testate italiane (dalla ‘Gazzetta dello Sport’ al ‘Fatto Quotidiano’, da ‘Vanity Fair’ a ‘GQ’ e ‘la Repubblica’), con le radio (Rai Radio Due, Radio Deejay, Rai News 24), attraverso libri e spettacoli teatrali.
Uno di questi, intitolato ‘Sei donne che hanno cambiato il mondo’, sarà rappresentato sabato 21 agosto, alle ore 21, presso l’Anfiteatro Bindi di Santa Margherita Ligure. Si tratta di uno degli eventi del ciclo ‘Aspettando il G20 – Conference on women’s empowerment’, voluti dal Comune di Santa Margherita Ligure e con la collaborazione di Regione Liguria e Università di Genova.
Il monologo di Gabriella Greison, nello specifico, è la proposta curata direttamente da ‘Piazza Levante’, nell’ambito di questa rassegna di cui il settimanale on line è media partner, mentre lo sponsor principale è Duferco Energia. Per seguire dal vivo ‘Sei donne che hanno cambiato il mondo’, l’ingresso è libero, ma occorrerà essere in possesso della certificazione Green Pass. La prenotazione del proprio posto si può effettuare dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 12, telefonando al numero 0185 205314.
Lo spettacolo di Gabriella Greison, che è molto seguita anche sul web, grazie al suo blog Greison Anatomy (www.greisonanatomy.com) e alle rispettive pagine Facebook e Instagram, prende spunto dal libro ‘Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo’, pubblicato nel 2017 dall’editore Bollati Boringhieri. Sono sei storie brevi, “le mie sei eroine della scienza”, racconta l’autrice: Marie Curie (1867-1934), Lise Meitner (1878- 1968), Emmy Noether (1882-1935), Rosalind Franklin (1920-1958), Hedy Lamarr (1914-2000) e Mileva Maric (1875-1948).
“Per molti – osserva Gabriella Greison – saranno nomi sconosciuti, eppure queste sei donne sono state delle pioniere. Sono nate tutte nell’arco di cinquant’anni e hanno operato negli anni cruciali e ruggenti del Novecento, che sono stati anni di guerre terribili, ma anche di avanzamenti scientifici epocali. C’è la chimica polacca che non poteva frequentare l’università, la fisica ebrea che era odiata dai nazisti, la matematica tedesca che nessuno amava, la cristallografa inglese alla quale scipparono le scoperte, la diva hollywoodiana che fu anche ingegnere militare e la teorica serba che fu messa in ombra dal marito”.
Le sei eroine raccontate da Gabriella Greison “non sono certo le sole donne della scienza, ma sono quelle che forse hanno aperto la strada alle altre, con la loro volontà, la loro abilità, il talento e la protervia, in un mondo apertamente ostile, fatto di soli uomini. Sono quelle che hanno dato alla scienza e a tutti noi i risultati eclatanti delle loro ricerche e insieme la consapevolezza che era possibile, ed era necessario, dare accesso alle donne all’impresa scientifica. Non averlo fatto per così tanto tempo è un delitto che è stato pagato a caro prezzo dalla società umana”.
Secondo Gabriella Greison, “sono sei storie magnifiche. Non sempre sono storie allegre e non sempre sono a lieto fine, perché sono racconti veri, di successi e di fallimenti. Ma è grazie a queste icone della scienza novecentesca, e al loro esempio, che abbiamo avuto poi altre donne che hanno fatto un po’ meno fatica a farsi largo, e ci hanno regalato i frutti del loro sapere e della loro immaginazione. Dietro di loro sempre più donne si appassionano alla scienza, e un domani, in numero sempre maggiore, saranno libere di regalarci il frutto delle loro brillanti intelligenze”.
L’autrice racconta com’è nato tutto: “Ho fatto moltissime ricerche, perché qui non basta fermarsi a una sola biografia, ma è necessario andare oltre, per scoprire i lati umani di queste donne: le loro angosce, le loro ansie, il loro modo di pensarla e di vivere la vita. Mi sono incuriosita talmente tanto che, dopo il libro, ho pensato allo spettacolo teatrale. Io nasco come fisica e come ricercatrice e studiare è sempre stata la mia passione. Ma poi, durante gli studi, mi sono resa conto di quanto fosse bello comunicare la fisica anche all’esterno. Per questo mi sono calata nel ruolo di divulgatrice, senza però mai dare niente per scontato né per improvvisato: diciamo che applico la scienza anche a teatro e infatti mi sono formata seguendo i consigli e gli insegnamenti di attori e registi”.
È diventata l’icona pop della fisica, Gabriella Greison, così come ci sono le icone pop per la matematica: “Mi piace lavorare così, ma, lo ripeto, questo non significa mai prenderla alla leggera. Tutto quello che racconto in ‘Sei donne che hanno cambiato il mondo’ è assolutamente vero e verificato e non c’è nulla che sia frutto della mia immaginazione”.